Autunno a Livigno con lo Scimudin

Autunno a Livigno con lo Scimudin.

Per la nostra rubrica “Luoghi e Sapori d’ Italia” siamo tornati nella Valle di Livigno, giusto in tempo prima che arrivasse la neve.

Il tutto per goderci i colori dell’autunno, raccontarvi di un altro buonissimo formaggio prodotto dalla Latteria di Livigno, questa volta un semigrasso, e scoprire qualche curiosità sullo spettacolare lago che caratterizza il paesaggio livignasco.

In autunno a Livigno si passeggia e si può assaggiare lo Scimudin, un Formaggio tipico valtellinese ottenuto dalla lavorazione di latte pastorizzato proveniente da allevamenti della Valle di Livigno, situati oltre i 1.800 metri di quota. Questo formaggio risulta particolarmente gradevole al palato grazie alle sue inconfondibili note aromatiche.

La pasta risulta morbida ed elastica, il gusto leggermente burroso, il colore dal bianco al giallo paglierino a seconda della stagione di produzione.

Ottimo in cucina, gradevole e piacevolmente gustoso a fine pasto.

In passato lo Scimudin si faceva solo d’inverno, con questo nome si intendeva il formaggio piccolo e basso a pasta molle. Il suo nome deriva dal termine livignasc scimuda.

La scimuda in dialetto indica il formaggio fresco uscente dalla rottura della cagliata fino alla salatura e all’inizio della stagionatura. Si suppone che alla base del nome (scimuda) stia una derivazione da scemo privo di gusto, diminuito, dimezzato, nel senso di scremato, semigrasso e non dal gusto forte come il Formaggio di Grotta.

Per quello che riguarda i colori dell’autunno lungo il Lago di Livigno e per tutta la valle, lasciamo parlare le fotografie. In autunno a Livigno i colori diventano spettacolari e tornarci poco prima che arrivi la neve ne può valer la pena.

Autunno a Livigno dove tutto è più tranquillo e permette soffermarci sulla storia del suo lago, anche perché ogni volta che lo si vede, si rimane sempre incantati, dalla natura, dal paesaggio e dai colori.

Fonti certe raccontano che al posto del lago un tempo vi era una ridente contrada, popolata da decine di famiglie. Officine per la lavorazione dei metalli fiorirono fino al 1509, anno in cui si interruppe l’estrazione di minerali di ferro sul versante livignese dell’Alpisella.

Negli anni 30, quando le società private produttrici di energia elettrica cominciarono a pensare agli invasi per sfruttare l’energia dell’ acqua, ecco che l’AEM, oggi A2A, cominciò a pensare a un lago artificiale. Sempre in quel periodo cominciarono i lavori di Digapoli in cui lavorarono molti abitanti di Tre Palle la frazione di Livigno . Il 29 maggio del 1957 la svolta, il governo italiano e quello Svizzero sottoscrissero a Berna una convenzione che autorizzava lo sfruttamento ai fini idroelettrici delle acque dello Spol, il fiume che attraversa la Valle di Livigno. Nel 1962 il ministero dei lavori pubblici concede all’Egandiner Krafwerke, società per azioni con sede a Basilea ma di capitale prevalentemente italiano, la realizzazione di un bacino artificiale della portata di 160 milioni di metri cubi in grado di produrre 240 milioni di kWh.

La diga situata al ponte del Gallo ha un altezza massima di 130 metri, una lunghezza di 540 metri e una larghezza di coronamento di 10 metri.

Lo spettacolare lago creato dalla diga ha una superficie di circa 4,5 chilometri quadrati.

I lavori iniziarono nel 1962 con la perforazione della galleria della Drossa, necessaria per permettere il collegamento tra Zernez e il cantiere in allestimento. Il bacino fu ufficialmente inaugurato il 26 agosto 1971.

Gli amministratori di Livigno ottennero in contropartita per la perdita del territorio e di una intera contrada, 200 milioni dell’epoca pari a tre annualità di bilancio del comune.

Inoltre, riuscirono ad avere il finanziamento e la realizzazione della nuova strada di collegamento tra il Gallo e Livigno, con il permesso sia per i residenti che per i turisti di Livigno, di transitare liberamente nella galleria della Drossa o Munt la Schera durante l’inverno.

Oggi il tunnel è a pagamento, il traffico è aumentato a dismisura rispetto a un tempo e viene regolato a senso unico alternato.

Un trattato tra Svizzera e Italia disciplina le questioni risultanti dall’accumulo di acqua delle valli di Livigno e del Gallo. Come contropartita l’Italia ha ottenuto di deviare nel lago artificiale di S. Giacomo di Fraele a Cancano, 90 milioni di metri cubi di acqua all’anno provenienti dal bacino di raccolta dello Spol .

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